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27 agosto 2007

Accontentarsi



" La vera felicità dell'uomo sta nell'accontentarsi.
Chi sia insoddisfatto, per quanto possieda,
diventa schiavo dei suoi desideri"

Gandhi


Non riesco a condividere questa affermazione. Può davvero essere contento un uomo che si accontenta? Voglio dire, è giusto dare valore a ciò che si ha ( badate che non mi riferisco assolutamente a cose materiali) perchè sarebbe una forma di egoismo ed arroganza sminuire e denigrare tali valori; ma credo del resto che sia lo stesso sbagliato non desiderare il meglio per se stessi.
Avere una certa ambizione nel pensare non è affatto causa di insoddisfazione. Credo che invece sia indice di non mediocrità, un voler affermarsi per raggiungere uno scopo.
Che c'è di sbagliato nell'inseguire dei sogni e degli ideali?
E' un percorso che comporta inevitabilmente delle sofferenze, delle delusioni, dei ripensamenti; ma è anche uno stimolo a cercare sempre di stare meglio, di raggiungere un punto in cui non ci si potrà sentire insoddisfatti.
Mi viene in mente "Il gabbiano Jonathan Livingstone": tutti i gabbiani si acontentavano di volare "bassi"; l'unico obiettivo era quello di pescare per sopravvivere, sostenendo che la natura del gabbiano fosse quella di vivere vicino al porto, e non volare come gli altri uccelli.
Jonathan, spinto dall'insoddisfazione di tale "assenza di ideali", si mette alla prova sforzandosi di uscire da tale chiusura mentale, convinto di non essere diverso dagli altri uccelli e di poter volare oltre il molo dove i pescatori scaricavano le cassette di pesce.
Nel caso non aveste letto il libro non vi dico la fine; ma qualunque essa sia, l'importante è averci provato, avere un sogno, puntare in alto e non accontentarsi mai!