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14 ottobre 2007

Pensare di sapere


Ripenso al post di Larry, e sono indeciso se scrivere o meno per paura di cadere nella famosa retorica inutile, quella fatta di tante parole, che ti riempiono la bocca dando la parvenza di uno che si interessa di argomenti importanti, di uno che guarda il mondo.
Ecco, la realtà è io non mi posso e non mi voglio schierare tra queste persone, perchè la realtà è che non ne so un cazzo del mondo.
Credo ci siano tre categorie di persone: quelle che sanno e che hanno il sacrosanto diritto di parlare; quelle che come me non sanno ma cercano di imparare dalle persone che sanno; e quelle che parlano da esperti, gli uomini navigati, i "tuttologi" di turno che sentenziano e si celebrano con la loro nullità.
Tutti sappiamo cosa sia successo in Myanmar. I telegiornali si sono dati battaglia per chi riusciva a far vedere un'immagine più degli altri; gli sciacalli come Porta a porta o Matrix o minchiate del genere ci si sono tuffati; e noi abbiamo la sensazione di sapere...
Un po' di tempo fa, ad un orario improbabile della giornata ho visto in tv un reportage di un giornalista che si è recato nell'ex Birmania. Un reportage veramente molto ben fatto.
Questo giornalista della Rai con il suo operatore si sono uniti ad un gruppo di guerriglieri, e hanno filmato delle scene davvero raccapriccianti. Non sapevo che la Birmania è uno dei maggiori esportatori del Tek (il legno con cui si fanno i migliori parquet in tutto il mondo), e che queste foreste sono rase al suolo dalla giunta militare in maniera criminale, per vendere più legno possibile a tutto il mondo e con i ricavi finanziare la dittatura. Non sapevo che i militari bruciano i villaggi e i campi dei contadini, fanno razzia del bestiame e stuprano donne e bambine costringendole alla prostituzione minorile tanto gradita dai turisti occidentali.
Non sapevo che c'è un flusso enorme di Birmani che viaggiano per giorni e notti nella foresta, evitando conflitti a fuoco con la giunta, per passare clandestinamente la frontiera con la Thailandia. Non sapevo che la Birmania fosse per la Thailandia come la Romania o l'Angola per l'Italia. Manodopera a costo pressochè nullo, senza diritti... schiavi. Schiavi privati dei documenti dai proprietari di fabbriche tessili, costretti a lavorare in condizioni disumane per 20 ore al giorno in cambio di un materasso e un piatto di riso.
Indovinate cosa producono quelle fabbriche?
Aprite l'armadio e controllate le etichette dei jeans o di felpe o delle scarpe.
Sono belli i "Diesel" eh? Siamo contenti quando li sfoggiamo, consapevoli di aver speso più di 100€... ma ne è valsa la pena no?! Sono belli...
Un operaio birmano clandestino, sempre nel reportage, ha rischiato la vita per lasciare un messaggio al giornalista italiano: "per favore dite al vostro popolo di non acquistare mai più un prodotto con etichetta Thailandese... anche se significa che non avremo più un lavoro".

... e pensare di sapere...

3 Comments:

  • Penso che persone come noi.. tutto sommato brave persone, buoni amici e che hanno un cervello che funziona bene non rischiano di cadere in una stupida retorica nel parlare di cose importanti. La nostra buona fede e i nostri pensieri su tanti argomenti che attanagliano il mondo, che lo rendono sporco, infame, brutto non potranno mai essere retorica ma semplicemente la voglia di dare una opinione, di mostrare la nostra posizione. Purtroppo, però, è vero che su molte cose siamo così ignoranti e sicuramente io più di te, più di Larry ... purtroppo l'informazione di massa (come chiamo i telegiornali della rai e di canale 5) non forniscono che un aiuto superficiale in alcuni casi e addirittura negativo in altri per quanto riguarda l'obiettivo di imparare qualcosa sul nostro mondo.
    Ma nonostante ciò ritengo che quello che viene detto da voi sia molto interessante perchè non si deve mai finire di sapere quello che pensa un amico.
    Cmq la prossima volta che vedrai un reportage come questo.. non temere nessuna retorica! Parlane.. esprimi i tuoi pensieri. Sempre meglio ascoltare cosa passa in queste nostre teste che doversi sorbire i discorsi di quei tuttologi spesso scorretti (mancanti in quella che dovrebbe essere proprio il loro punto di forza, l'onestà intelletuale) che hai già in passato insultato

    By Blogger T r u k k e, at 12:54  

  • Condivido tutto quello che hai scritto, in fondo hai ragione a dire che è meglio parlare ed esprimere le idee piuttosto che lasciar pensare la tv al posto nostro. Solo che a volte mi viene la paura di dire delle cose nel momento in cui tutti ne parlano, e questo mi sembra un po' una mancanza di personalità. E' banale parlare dell'argomento del momento, mi sembra come se fosse una mancanza di idee. Però mi consola il fatto che le cose restano tra di noi, all'esterno di stupidi pregiudizi, e quindi scrivo...

    By Blogger Alex, at 22:58  

  • Ma questa, tra l'altro, non è inutile reotrica bensì informazione. Io nel mio post, come ha sottolineato un'attenta lettrice, non ho fatto altro che fare un "quadro" di una situazione e sottilmente dire "che schifo". Per questo avevo parlato di retorica inutile. Tu hai fatto di più nel tuo post, hai affrontato l'argomento. Ed è un bel post.

    By Blogger Larry, at 07:53  

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