Image Hosted by ImageShack.us

08 novembre 2007

Il mio 18° compleanno



Era una giornata soleggiata e non troppo fredda quella del 21 marzo 2002. Ero appena tornato da scuola, e come da abitudine, mi ero seduto sul letto in procinto di imbracciare la chitarra per rilassarmi un po' dalle interrogazioni della mattina.
C'era qualcosa di diverso in quella custodia plastificata adagiata sul letto. Non aveva la solita forma squadrata del chitarrone classico, e neanche il peso era lo stesso dei giorni precedenti.
Si, l'ho immaginato cosa potesse essere, ma non ho voluto rovinare l'effetto sorpresa, e così ho fatto finta di niente fino alla fine del pranzo. Sono andato a festeggiare, ansioso di aprire quella custodia, ma gongolando nell'attesa, lasciando crescere il desiderio.
Era all'incirca un anno che la sognavo, che desideravo abbracciarla e sentirla mia, tremare per le vibrazioni provocate da un distorsore, raggiungere note che non potevo raggiungere con la "classica".
Non ci credevo. Era davvero lì tra le mie braccia e non stavo sognando. Mi veniva da piangere per la felicità, solo a pensare quanto avevo desiderato quel momento.
Fender, amplificatore Marshall e pure il libro di tablature di "The Wall Live". Cosa potevo desiderare di più?
Passato il momento di euforia mi sono sentito malissimo. Un senso di colpa enorme verso i miei, che mi avevano dato forse la cosa che in quel momento avrei potuto desiderare di più, mentre io non sapevo come ricambiare. Sapevo a malapena suonare 4-5 accordi, e stringevo tra le mani uno strumento che ha scritto la storia della musica. Mi sentivo inadeguato, immeritevole.
Mi sentivo in colpa per non essere alla sua altezza. Lei merita molto di più di quello che posso offrirle, e non è giusto tenerla incatenata ai miei desideri.
Certo io ci metto tutto l'impegno possibile per cercare di colmare le sue potenzialità, ma probabilmente questa rincorsa non avrà mai fine, perchè non riesco ad essere alla sua altezza e non so se mai ci riuscirò. E' giusto chiederle di restare solo promettendo di imparare a sfruttarla al massimo, senza sapere quando e se ciò avverrà?
Per questo, ho chiesto ai miei di riportarla al negozio, sperando che finisca nelle mani di qualcuno che sappia renderla felice come giustamente merita.
Credo sia giusto aprire la gabbia che la intrappola nelle mie promesse e lasciarla libera di andare dove ritiene più giusto. Ci starò male, malissimo a sapere di non poter più raggiungere quelle note così uniche, ma sarò disposto, purchè trovi una melodia migliore.





4 Comments:

  • Quello che hai scritto è incredibile.
    C'è tanto di giusto, davvero tanto. C'è dentro un sentimento espresso verso quella chitarra che solo tu riesci a capire fino in fondo.
    Ma il sentirti in colpa perché non ne sei all'altezza, quello non lo devi pensare nemmeno per un istante, e nemmeno che lei meriti di più di quello che puoi offrirle, anche perché quello che lei hai dato è talmente grande da colmare un oceano. Non pensare nemmeno per un attimo di non aver fatto abbastanza perché il problema non sta nelle tue mani. Quella chitarra forse verrà suonata da altri, ma le note che avresti potuto e potresti farne uscire tu, io so per certo che nessuno sarà mai in grado di suonarle. Magari non saranno note pulite ne produranno assoli particolarmente sofisticati. Ma ci metto la mano sul fuoco che le tue sono le note più intense e dolci che quella chitarra potrà mai suonare. Questo lo so perché ho visto i tuoi occhi mentre la imbracci.
    Probabilmente ora riportarla al negozio è la scelta più sensata da prendere, almeno finché non sarà chiaro a tutti che le tue note espresse da quelle corde sono quanto di più armonioso possa essere creato. Anche se non dovesse succedere, tu sai che è così, questo lo devi credere fino in fondo e anche se non sarà mai una consolazione, saprai che non puoi rimproverarti nulla.

    Scusa, ho scritto un commento di un chilometro e magari ho detto solo sciocchezze. Eppure ci credo sul serio.

    By Anonymous Anonimo, at 01:56  

  • Solo una persona umile e di cuore può scrivere, dire e pensare una così così. Quello che hai espresso è un qualcosa di importante. Non è facile essere così brillanti da poter ammettere determinate cose che riguardano se stessi e la propria vita. Sono convinto comunque che tu sai suonare delle note estremamente belle, estremamente tue... e chi ti circonda non può non pensarlo nell'attesa che tu metta assieme le tue note componendo l'assolo che è nelle tue corde.
    Ieri ho scoperto veramente quanto è importante ammettere le proprie debolezze o i propri limiti ma soprattutto ho capito quanto è fondamentale avere la voglia di migliorarsi e di affrontare le cose con il cuore perchè le persone che ci sono affianco sanno, avvertono...
    e tu sei uno che ha molto da dare, uno che vale e sicuramente saprai quando è il momento di lasciare la chitarra al negozio o quando devi lottare per lei, per averla..
    Certo a volte lottare può non produrre alcun risultato ma cmq sia nella vita ci sono delle esperienze che poi diventeranno fondamentali e anche da una "sconfitta" può uscirne una vera lezione, un qualcosa che ti permetterà di affrontare una nuova situazione in un modo che altrimenti non avresti trovato..
    Ora ti direi di non preoccuparti di qualche stecca o di qualche stonatura, ti direi di suonare e cantare perchè l'unica cosa che conta per chi ti vuole bene e che tu lo faccia con il tuo cuore...perchè quello sei tu..
    ma come ripeto so che vali tanto e che sai se lottare ora per cercare il modo di trovare una melodia migliore o aspettare di essere tu o il momento più maturo per affrontare note così profonde..

    By Anonymous Anonimo, at 11:54  

  • *...scrivere, dire e pensare una cosa così.

    By Anonymous Anonimo, at 11:57  

  • Wow, sono letteralmente senza parole per le cose che avete scritto. Davvero non mi aspettavo dei commenti così commoventi, altro che sciocchezze. Grazie di aver capito e di starmi vicino, vi voglio bene

    By Blogger Alex, at 15:00  

Posta un commento

<< Home