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07 aprile 2008

Beijing 2008



Anche oggi, che la fiaccola olimpica percorreva le strade parigine, il percorso è stato ostacolato da numerosi attivisti che tentavano di attirare l'attenzione dei media per denunciare i crimini perpetrati da Hu Jintao e dal suo governo nei confronti del Tibet.
Il risultato è stato efficace proprio come ieri a Londra, anche grazie a membri di Reporter Senza Frontiere, che sono riusciti ad attaccare la bandiera con le manette al posto dei 5 cerchi olimpici alla Torre Eiffel.
L'effetto dell'informazione globale ha reso noto a tutti cosa (o almeno parte di cosa) stia accadendo in Cina, e le persecuzioni politiche e religiose subite dai Tibetani.
Ieri mi sono messo a leggere un approfondimento su questo tema, e ho cercato altre informazioni su internet, poichè non so dirmi se sia giusto boicottare le olimpiadi per colpa della politica.
Voglio dire, sul fatto che la Cina sia assolutamente un paese a dir poco "torbido", spregiudicato, pieno di contraddizioni e temuto dall'economia globale non ci sono dubbi. Però, è giusto punire una manifestazione teoricamente apolitica, simbolo dell'integrazione di popoli, di pace e lealtà?
E' giusto associare le manifestazioni sportive alla criminalità del paese che le ospita?
E' giusto vanificare 4 anni di sacrifici (più altri 4 anni fino alla prossima edizione) da parte di tutti gli atleti che hanno vissuto ogni giorno solo per esprimersi nella migliore condizione nei giorni dei giochi? E' giusto godere dello spettacolo delle manifestazioni sportive facendo finta che fuori da quello vada tutto bene? E una volta che lo spettacolo finisce, ci sarà la stessa attenzione dei media rivolta sui temi dei diritti umani? Oppure il peso del commercio che tutto il mondo, per così dire occidentale, intrattiene con la Cina metterà a tacere ogni perplessità? Già si vede ora come andrà a finire; nessuna grande potenza osa alzare la voce nei confronti di Pechino, ma si muove sul filo della diplomazia, per non intaccare il fiume, l'oceano, di import-export da e verso la grande muraglia.
Leggendo, cercando, ho scoperto dell'esistenza di un popolo, uno dei tanti vittima delle persecuzioni cinesi. Sono gli Uiguri, popolo dai tratti somatici indoeuropei di religione musulmana, che popola la regione dello Xinjiang, nel nord ovest del paese. Le regioni di confine, si sa, rappresentano da sempre un cruccio considerevole per ogni governo, tanto più se ricche di materie prime. Negli anni 50, Pechino ha incentivato tutti coloro fossero disposti ad andare ad abitare quelle terre, giusto per diluire la concentrazione di Uiguri e limitarne eventuali rivendicazioni di autonomia; diciamo come se 100 o 200 mila siciliani fossero trapiantati in Alto Adige. Un diluente. Nel 2003 ha abolito la lingua uigura come lingua ufficiale della regione. I dissidenti, essendo di religione musulmana, sono stati dichiarati terroristi filo Al-Qaeda.
La differenza con il Tibet, è che gli Uiguri non hanno un Dalai Lama che li possa rappresentare e denunciarne i soprusi all'estero. Sono riuscito ad apprendere queste informazioni grazie a una donna di nome Rebiya Kadeer, candidata al nobel per la pace ed esiliata negli USA. Dopo essere stata perseguitata ed incarcerata per 6 anni con l'accusa di furto di segreti di stato, è riuscita a diventare la portavoce degli Uiguri, e a rivendicare l'autodeterminazione di questo popolo. Grazie a lei in questo momento posso scrivere questo post.
Ho scoperto che ogni anno 2500 tibetani cercano di passare la frontiera con il Nepal, per recarsi a Dharamsala, sede del governo in esilio. Di chi non riesce ad evadere... si perdono le notizie.
Ho scoperto che esiste una disciplina fisica-mentale simile ad una religione, il Falun Gong, e che ogni praticante conosciuto dalle autorità, è stato prelevato casa per casa e rinchiuso nei campi di lavoro forzato. Dal 2006, il governo ha l'autorità di prelevare organi dai corpi dei reclusi e rivenderli. Evidentemente, dietro il pretesto della religione diversa, c'è il fatto che gli appartenenti al Falun Gong sono un'organizzazione potente, in grado di creare imbarazzo a Pechino nei giorni di assalto mediatico durante i giochi.
Un'altra fonte di imbarazzo potrebbe venire dal Darfur, o dal Chad, mercati perfetti per vendere armi e foraggiare guerre devastanti.
Il mio dubbio su queste olimpiadi non riesce a sciogliersi. Come ha detto il presidente del Coni, Petrucci, probabilmente se le olimpiadi non fossero state assegnate alla Cina, molte delle persecuzioni di cui ora si parla molto, sarebbero rimasti panni sporchi, e come si sa, i panni sporchi si lavano in famiglia.

1 Comments:

  • Volevo dire che sposo la causa di boicottare la cerimonia di apertura dei giochi!
    Su questo non ho dubbi; trovo assolutamente indegno che si partecipi ad una mega celebrazione.
    Mi sembra di assistere alle olimpiadi del 1936 in germania, con Hitler che non aveva badato a spese pur di mostrare la sua grande germania agli occhi del mondo. Non trovate anche voi delle analogie?

    By Blogger Alex, at 14:46  

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