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06 maggio 2008

Involuzione della specie



Sono passati 149 anni da quando Charles Darwin pubblicò in "The Origin of the Species" le teorie evoluzionistiche basate sulla selezione naturale.
In quest'arco di tempo il genere umano deve aver raggiunto il suo apice evoluzionistico, prima di intraprendere la ripida ed inesorabile parabola discendente verso il punto di partenza.
Evoluzione che ingrana la retromarcia e accelera prepotentemente; nostalgia del retrò; il "vintage" che spopola non solo nelle mode ma anche nel pensar comune. Trionfo del muscolo su dei sempre più arrugginiti ingranaggi encefalici. L'homo sapiens sapiens che alleggerisce il suo nome scrollandosi di dosso il peso della sapienza acquisita, modernizzandolo in un'operazione di restyling per renderlo adeguato ai gusti moderni: l'Homo.
L'involuzione post darwiniana continua a selezionare la specie in una sorta di potatura dell'intelletto. Eliminare, troncare alla radice, estirpare tutto ciò che non sia uniformato o uniformabile verso il basso. Bandire ciò che non sia universale. Ignoranza on-demand. La meritocrazia ha fallito, e lascia il posto alla demeritocrazia. L'ignorante e il mediocre da reietto diventa una musa per una società ispirata alla figura del tronista e del calciatore.
Quando i bambini sono piccoli, le mamme non sperano più di vederli futuri medici o avvocati o ingegneri. Le posizioni di vertice nel nuovo ranking sociale sono la velina, l'opinionista, il mass mediologo, le boy band.
Sono posizioni sociali ambite ed invidiate, cui solo la creme de la creme potrà raggiungere, non senza lunghi ed estenuanti sacrifici fatti di ore di palestra, solarium ed estetisti. Quando si dice il peso della cultura: non è da tutti farsi i bicipiti sollevando una Treccani con un braccio solo.
Povero Garibaldi, quante energie sprecate a risalire l'Italia. L'unificazione non paga. Si ritorna al modello che ha dominato secoli e secoli, dalla caduta dell'impero romano al 1860: il federalismo.
Si torna alle guerre tra le famiglie e i casati (d'altronde le mafie insegnano come si tramandano le tradizioni), guelfi e ghibellini, le invasioni barbariche dei (cis)padani contro Roma ladrona (riusciranno a ripeterne il Sacco?), il ratto delle Sabine (che poi se anche non provengono dalla sabina vanno bene lo stesso agli stupri di gruppo), la caccia all'orso (quasi estinto e quindi trofeo sempre più ambito), rossi e neri, stadi come il Colosseo.
L'ambiente si adegua alla società. Siccità e desertificazione contro inondazioni e uragani. Le piaghe dall'Egitto si sono estese a tutta l'Africa e a gran parte del resto del mondo. Le cavallette si sono trasformate nelle multinazionali: si insediano, spolpano, sfruttano e poi vanno via.
Anche Nerone ha ingrandito l'attività di demolizioni/ricostruzioni: ora la sua Società è una holding con a capogruppo la U.S.A. spa.
Se a Marie Antoinette veniva detto che il popolo non aveva pane e lei rispondeva di mangiare croissant, oggi il volgo supplica petrolio per nutrire i suoi Suv perennemente disidratati.
Supplica energia per alimentare i 4 cellulari pro-capite che servono per esprimere concetti sempre più striminziti del tipo: prnt qnd vn a cs, ke m mnki tnt!!! tvtttbbb
Roba che Dante avrebbe potuto svolgere la divina commedia nello spazio di 10 canti.
Un linguaggio tanto destrutturato e orfano di sinonimi, ricco in compenso di una folta gestualità, con una singola parola usata per esprimere 45 situazioni e concetti diversi, che ci riporta verso il linguaggio ereditato dall'homo erectus dalle scimmie.
Per non parlare degli esploratori come Magellano o Colombo. Ha scoperto l'America credendo di aver raggiunto le Indie, usando mappe create da lui stesso e navigando con la bussola e le stelle.
Oggi c'è chi usa il navigatore per raggiungere il bagno partendo dalla camera da letto.
Per andare a Quelpaese svoltate a destra tra 100 metri... svoltate a destra e proseguite dritto per 1 km.... siete a destinazione!