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08 agosto 2007

C.C.P.V.


Claustrofobia Casalinga Post Vacanza

Appena usciti dal porto di Civitavecchia, un cartello blu con freccia bianca indica la direzione per Roma. Indica la direzione per casa. Da quel momento ho iniziato ad avvertire un senso di soffocamento, di aria stagnante ed irrespirabile, un senso di costrizione al petto e alla testa.
Ho immaginato un aquilone fermo in equilibrio tra le correnti che d'un tratto viene strattonato verso terra; un giro di corda in meno, poi un altro, poi un altro ancora, finchè essendo troppo in basso in assenza di vento non riesce più a volare, e si abbandona al suolo.
Il mio non è un odio verso il contesto in cui vivo, ma sento come una mancanza di stimoli.
Probabilmente è ancora più grave come problema rispetto ad un manifestato odio verso qualcosa o qualcuno. In quest'ultimo caso la soluzione al problema sarebbe facilmente individuabile.
Il testo di una canzone diceva "mancanza di nuovi stimoli"... proprio così.
Sento qualcosa di indefinito che mi rende incompleto, svogliato, ansioso, incatenato, claustrofobico.
Parlavamo di routine, di come reagire per non far essere la vita una routine. Probabilmente identifico l'ambiente come routine e il viaggio come rottura e novità. Sbaglierò.
Quello che però è sicuro è che ho bisogno di stimoli, di rotture... anche se avevo promesso di non usare mai più questa parola... ho bisogno di infrangere il "buon senso".

5 Comments:

  • nessuno come me può capirti in questo momento.magari rompendo la routine si va contro tutti,ma è sicuramente meglio che farsi soffocare.
    E.

    By Anonymous Anonimo, at 16:45  

  • Cara E. posso immaginare quello che senti, anche se al momento ancora non lo condivido. Io e te stiamo vivendo due situazioni opposte; le nostre routine sono agli antipodi, ma spero che entrambi riusciamo a convincerci delle scelte fatte, anche se spesso è faticoso portarle avanti con la stessa determinazione.

    By Blogger Alex, at 20:40  

  • Non c'è niente di più bello di affrontare l'ignoto, di andare contro a qualcosa anche quando uno non ha ben chiaro cos'è, lasciarsi andare alla corrente tenendo però ben saldo il timone...la routine ti soffoca quando sei ossessionato dal dover organizzare ogni singolo istante della vita, quando ti convinci da solo che più niente può sorprenderti, quando non hai più l'entusiasmo di meravigliarti di ciò che ti circonda, quando non sei pronto a guardare le cose con occhi diversi. Viaggiare è una grandissima soluzione, non riuscirei a farne a meno, vedere sempre nuovi posti, fare cose che hai sempre sognato di fare...ma è proprio per questo che mi piace anche il ritorno a casa, perché ogni volta ho degli occhi diversi e riguardando le cose che ho sotto il naso da anni e anni, non riesco a non stupirmi...poi di nuovo lo zaino in spalla e pronti per un nuovo percorso...
    Andare via e basta non ha senso, non servirebbe ad altro che ad entrare in una nuova routine. Il vero rimedio è avere la pazienza e la voglia di essere in continua evoluzione.

    By Blogger Larry, at 15:26  

  • Quello che dici è giustissimo, se il viaggiare diventa abituale è ovvio che poi rientri anch'esso nella routine. Sono d'accordo.
    Però quello che intendevo dire non è solamente il viaggiare. Il mio attuale malessere è imputabile al fatto che non riesco a ricevere degli stimoli. Mi sento stimolato solo in determinate situazioni che spesso non dipendono da me, e ciò che vorrei è invece essere stimolato a prescindere dal contesto o dalle persone. Cerco di buttarmi in tutto, sperando che magari la mancanza di voglia iniziale venga colmata, ma non sempre ci riesco. L'ignoto come dici tu è una cosa bellissima, ma quello che cerco è continuare a sorprendermi anche quando tutto l'ignoto diventa perfettamente conosciuto. Questa sarebbe la vera rottura.

    By Blogger Alex, at 15:45  

  • Ma è esattamente quello che ho detto io...tornare e vedere le cose che da sempre hai sotto gli occhi, ogni volta con uno sguardo diverso...solo allora secondo me puoi dire che il viaggio ti è serivito a qualcosa. Altrimenti torni a casa e tutto quello che ti viene da dire è: porca miseria sto ancora qui!!!
    Viaggiare in continuazione...non è questa la routine che intendevo. Non penso possa diventare routine, basta "salpare" ogni volta che ne senti il bisogno [ovviamente tocca trovare un lavoro che lo permetta, ed è la grande sfida di entrambi!;)]
    Volevo dire che se ad esempio te ne vai da qui perché ti sei stufato e arrivi in una altro posto, prima o poi ti stuferai anche di quello e sentirai di nuovo il bisogno di stabilirti da un'altra parte. Ma così si comportano i virus...:)
    La mancanza di stimoli per me non si può sopperire cercando di rincorrerli a tutti i costi, devono essere gli stimoli a trovare te, tu devi avere bene in mente quello che vuoi fare e lasciare semplicemente che questo venga fuori da se.
    ..c'è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi, non dobbiamo far altro che toglierci dalla sua traiettoria, lasciare che lui scelga noi..
    Non è affatto una cosa semplice, me ne rendo conto, io predico bene e razzolo male! Ma non bisogna farsi opprimere dalle scelte, non esiste la strada giusta da prendere e quella sbagliata, se uno sente di fare una determinata scelta, automaticamente diventa quella la scelta giusta. Si può partire come non farlo, uno deve sentire dove secondo lui sono le maggiori opportunità di evoluzione, io ho sentito chiaramente che sono qui e che non avevo alcun bisogno di partire (per il momento). Qualcun altro invece (non faccio nomi visto che rimane anonimo) ha sentito di dover partire ed è esattamente la cosa giusta da fare per il semplice fatto che ne ha sentito l'esigenza, e la paura è normale, nel partire come nel restare, perché non sai a cosa vai incontro, ma io penso che mai per un momento debba esserci la paura di aver fatto la scelta sbagliata, perché se la scelta l'hai fatta "sentendola", hai sicuramente fatto la scelta giusta.

    By Blogger Larry, at 16:29  

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