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09 aprile 2008

Mi voglio differenziare



Sarà che tutto ciò che contiene la parola "ciclo" mi fa venire in mente la mia dolce metà (non sto dicendo che ho una ragazza perennemente nervosa), però mi sono svegliato la mattina e mi sono detto: "Da oggi inizio a fare la raccolta differenziata!"
Ci sei arrivato presto, qualcuno potrà pensare, però meglio tardi che mai no?!
Il motivo per cui finora mi ero astenuto dal differenziare i rifiuti era che nessun abitante quì della Terronia la facesse. Mi sono nascosto dietro questo pretesto un po' troppo comodo a dire il vero, e la cosa bella era che mi lamentavo del fatto che al nord la facessero tutti e quì invece non ci si riusciva, anche se in realtà ero il primo a non farla. Quindi l'altra mattina, la svolta. Ha prevalso il senso civico. L'animo ambientalista. Ho deciso di potermi permettere di scagliare la prima pietra. Così ho iniziato da solo; poi ho costretto i miei, triplicando il secchio di casa e riempiendo il terrazzo di sacchetti differenziati; ora la missione è quella di riuscire a convertire quanta più gente possibile, a partire dal condominio. Parto per la crociata. Redenzione.
Per farlo ovviamente mi sto documentando, anche perchè si sta rivelando più difficile del previsto.
Ad esempio credevo che tutta la plastica fosse plastica e tutta la carta, carta.

Come dicono a Forlì: Maddechè!
Ci sono diverse cose apparentemente simili che necessitano di essere gettate in posti diversi, o altre che incredibilmente non possono essere riciclate.
A dire il vero è un po' faticoso; sia per lo sforzo mentale di ricordarsi le separazioni, sia per il fatto che i cassonetti non sono più quello comodo sotto casa, ma sono da cercare per le vie intorno. Serve allenamento anche quì... del resto si tratta sempre di un ri-CICLO... e quindi...
La mia crociata passa anche per chi passa a leggere queste righe... per cui vi scrivo un link utile per poter iniziare a distinguere gli scarti del consumismo occidentale, figlio di un capitalismo globalizzato e padre di una generazione di obesi e diabetici... :D
Se c'è qualcuno che leggendo abbia avuto un sussulto morale o un risveglio ecologico, mi farà sentire utile in questa lotta contro quelli che speriamo non siano mulini a vento.

P.S. date un'occhiata a questo sito:
http://digilander.libero.it/leperseidi/guidard.htm

08 aprile 2008

Un buon non compleanno

07 aprile 2008

Beijing 2008



Anche oggi, che la fiaccola olimpica percorreva le strade parigine, il percorso è stato ostacolato da numerosi attivisti che tentavano di attirare l'attenzione dei media per denunciare i crimini perpetrati da Hu Jintao e dal suo governo nei confronti del Tibet.
Il risultato è stato efficace proprio come ieri a Londra, anche grazie a membri di Reporter Senza Frontiere, che sono riusciti ad attaccare la bandiera con le manette al posto dei 5 cerchi olimpici alla Torre Eiffel.
L'effetto dell'informazione globale ha reso noto a tutti cosa (o almeno parte di cosa) stia accadendo in Cina, e le persecuzioni politiche e religiose subite dai Tibetani.
Ieri mi sono messo a leggere un approfondimento su questo tema, e ho cercato altre informazioni su internet, poichè non so dirmi se sia giusto boicottare le olimpiadi per colpa della politica.
Voglio dire, sul fatto che la Cina sia assolutamente un paese a dir poco "torbido", spregiudicato, pieno di contraddizioni e temuto dall'economia globale non ci sono dubbi. Però, è giusto punire una manifestazione teoricamente apolitica, simbolo dell'integrazione di popoli, di pace e lealtà?
E' giusto associare le manifestazioni sportive alla criminalità del paese che le ospita?
E' giusto vanificare 4 anni di sacrifici (più altri 4 anni fino alla prossima edizione) da parte di tutti gli atleti che hanno vissuto ogni giorno solo per esprimersi nella migliore condizione nei giorni dei giochi? E' giusto godere dello spettacolo delle manifestazioni sportive facendo finta che fuori da quello vada tutto bene? E una volta che lo spettacolo finisce, ci sarà la stessa attenzione dei media rivolta sui temi dei diritti umani? Oppure il peso del commercio che tutto il mondo, per così dire occidentale, intrattiene con la Cina metterà a tacere ogni perplessità? Già si vede ora come andrà a finire; nessuna grande potenza osa alzare la voce nei confronti di Pechino, ma si muove sul filo della diplomazia, per non intaccare il fiume, l'oceano, di import-export da e verso la grande muraglia.
Leggendo, cercando, ho scoperto dell'esistenza di un popolo, uno dei tanti vittima delle persecuzioni cinesi. Sono gli Uiguri, popolo dai tratti somatici indoeuropei di religione musulmana, che popola la regione dello Xinjiang, nel nord ovest del paese. Le regioni di confine, si sa, rappresentano da sempre un cruccio considerevole per ogni governo, tanto più se ricche di materie prime. Negli anni 50, Pechino ha incentivato tutti coloro fossero disposti ad andare ad abitare quelle terre, giusto per diluire la concentrazione di Uiguri e limitarne eventuali rivendicazioni di autonomia; diciamo come se 100 o 200 mila siciliani fossero trapiantati in Alto Adige. Un diluente. Nel 2003 ha abolito la lingua uigura come lingua ufficiale della regione. I dissidenti, essendo di religione musulmana, sono stati dichiarati terroristi filo Al-Qaeda.
La differenza con il Tibet, è che gli Uiguri non hanno un Dalai Lama che li possa rappresentare e denunciarne i soprusi all'estero. Sono riuscito ad apprendere queste informazioni grazie a una donna di nome Rebiya Kadeer, candidata al nobel per la pace ed esiliata negli USA. Dopo essere stata perseguitata ed incarcerata per 6 anni con l'accusa di furto di segreti di stato, è riuscita a diventare la portavoce degli Uiguri, e a rivendicare l'autodeterminazione di questo popolo. Grazie a lei in questo momento posso scrivere questo post.
Ho scoperto che ogni anno 2500 tibetani cercano di passare la frontiera con il Nepal, per recarsi a Dharamsala, sede del governo in esilio. Di chi non riesce ad evadere... si perdono le notizie.
Ho scoperto che esiste una disciplina fisica-mentale simile ad una religione, il Falun Gong, e che ogni praticante conosciuto dalle autorità, è stato prelevato casa per casa e rinchiuso nei campi di lavoro forzato. Dal 2006, il governo ha l'autorità di prelevare organi dai corpi dei reclusi e rivenderli. Evidentemente, dietro il pretesto della religione diversa, c'è il fatto che gli appartenenti al Falun Gong sono un'organizzazione potente, in grado di creare imbarazzo a Pechino nei giorni di assalto mediatico durante i giochi.
Un'altra fonte di imbarazzo potrebbe venire dal Darfur, o dal Chad, mercati perfetti per vendere armi e foraggiare guerre devastanti.
Il mio dubbio su queste olimpiadi non riesce a sciogliersi. Come ha detto il presidente del Coni, Petrucci, probabilmente se le olimpiadi non fossero state assegnate alla Cina, molte delle persecuzioni di cui ora si parla molto, sarebbero rimasti panni sporchi, e come si sa, i panni sporchi si lavano in famiglia.