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28 dicembre 2006

Ho un messaggio per te

Bravo Larry, ho apprezzato molto la tua idea di "postare" le idee degli affezionati lettori. Non considerarlo un furto questo mio, ma una emulazione; un frutto di ammirazione verso un blog degno di essere chiamato tale da cui imparare.
Siamo alla fine dell'anno ed è il momento di fare bilanci e progetti per il nuovo anno. Cosa terreste e cosa buttereste dell'anno che se ne va? Avete qualcosa rimasto in sospeso? Un messaggio per qualcuno?
Lo so che probabilmente mi scriverò da solo, però ci provo: Camaleoni è il vostro turno! Ruggite quello che volete far sapere al mondo!
"... everywhere you go you shout it... you don't have to be shy about it! "
P.S. se proprio "non v'aregge" a mettere il vostro nome, commentate da anonimi, ma commentate!

24 dicembre 2006

Christmas' time


Dopo tanti post melanconici ed autolesionisti, frutto di una elaborazione notturna alimentata da una fredda corrente di scetticismo e incertezza, cambia il vento nella Tana.
Gli influssi delle feste natalizie mitigano la consueta tramontana come fosse una tiepida brezza sahariana. Non riesco a darmi una spiegazione. Sicuramente è un tormentone più pubblicitario che altro, ma le persone sono realmente diverse in questo periodo, "sono tutti più buoni a natale". Incontri gente che conosci solo di vista, con cui non hai mai avuto rapporti, e ti ritrovi a parlarci come se fosse un amico che non vedevi da molto tempo. I classici parenti-serpenti che si ritrovano sotto lo stesso tetto a giocare a carte e scambiarsi regali come una bella fiera della farsa. Non importa. A natale tutto questo è irrilevante. Come un potente collante che tiene unite le persone, almeno per pochi giorni. Tutto questo, come per ogni cosa, lo apprezzi solo quando non ce l'hai più. Mi manca da morire.
Sono troppo belli i natali con la casa invasa di gente; quelli con l'albero genealogico allargato seduto intorno ad una tavolata piena di cose da mangiare, che solo a guardarle il colesterolo inizia a scalpitare nelle coronarie come Via Tuscolana nell'ora di punta. Dopo il cenone, gonfio come un boa dopo aver appena ingoiato un topo, da piccolo mi ricordo che andavo subito a letto... e non riuscivo a dormire per l'emozione. Fissavo la finestra sperando di veder arrivare babbo natale e non vedevo l'ora che fosse già mattina per correre a vedere sotto l'albero.Il momento dello scarto regali: impareggiabile!
Alcuni troppo belli da lasciarti a bocca aperta per l'emozione, altri talmente brutti e inutili da lasciarti a bocca aperta lo stesso... mentre pensi a che cazzo inventarti per non mostrare segni di delusione. "Non me lo aspettavo proprio" è la frase migliore secondo me. Una mezza verità in fondo. Almeno puoi toglierti la paresi facciale che ti ha colpito quando lo hai aperto.
Certo ogni nuovo natale si perde un po' della magia che caratterizzava la festa dell'anno precedente, ma nonostante tutto, resta la sensazione impareggiabilmente bella che si prova nel guardare la reazione di una persona a cui vuoi bene, anche solo mentre legge il biglietto del regalo. Gli occhi che scorrono le righe e pian piano si dilatano, con un sorriso che si estende sempre di più sotto le guance rosse dall'emozione. Solo per questo, io credo che valga la pena aspettare un anno intero.

20 dicembre 2006

Caro Lucio


Caro Lucio, io ti conosco da quando ero bambino, da quando i miei mi portavano con la Uno al mare l'estate, con la stessa cassetta che veniva suonata a ripetizione per tutto il viaggio.
Mi ricordo l' anno che per la prima volta sono andato in Trentino a vedere la neve, o l'estate che sono stato in Calabria al mare. Sole, pioggia o neve, le tue canzoni accompagnavano ogni viaggio in macchina. Conoscevo pochi cantanti, ma per me tu eri il migliore.
Non capendo alcun significato dei testi che cantavi, cantavo a memoria ogni singola parola, e per dirla tutta cercavo di cantare anche i momenti musicali tra una strofa e l'altra.
Poi sono cresciuto, e ho cambiato più volte generi musicali. Lo ammetto, ho attraversato una fase di prostituzione musicale. Partendo dalla musica leggera italiana sono passato al rock anni 70, al brit pop, al metal, al grunge alla disco '80.... fino a che il mio orecchio non si è affinato e il gusto ha trovato una sua collocazione precisa.
E' vero, per molto tempo ti ho trascurato. Il fatto è che non ti capivo. Non ero pronto. Ora è diverso, ho fatto esperienze, mi sento di capirti. Caro Lucio, ho trovato la chiave per la tua musica, e mi si è aperta una porta verso un luogo in cui non sono mai stato ma che mi sembra di conoscere alla perfezione. E' incredibile come in ciò che hai scritto più di trenta anni fa io mi ci identifichi così tanto. E' una sensazione così confortevole ascoltare in una canzone delle cose che pensi ma che non riesci a spiegarti. Significa che stai attraversando una fase in cui altri sono passati prima. Mi sento protetto, non sono solo, e intravedo una via di uscita.
Caro Lucio ti ammiro. La musica mi toglie i pensieri dalla testa, le emozioni, le paure e le codifica in un linguaggio diretto, esplicito, che io posso capire ma non parlare.
Caro Lucio, ti ho (ri)scoperto tardi ma è come se il tempo non fosse mai passato. Stavo solo aspettando il momento in cui la frequenza della tua musica coincidesse con la mia.

19 dicembre 2006

Capodanno


Tu cosa fai per capodanno?
Questa frase è un tormentone, è ovunque, pesa come un macigno, ti schiaccia, ti angoscia.
A capodanno bisogna fare qualcosa, è un must, non si può non essere organizzati! Tutti sono già proiettati alla serata di fine anno, chi va alle feste, chi in discoteca, chi ad un cenone ultra-elegante... e già si pensa all'abbigliamento da sfoggiare e a cosa mangiare e a cosa dire e con chi andare. Già, con chi andare. Già, con chi andare?
La mente scorre veloce per cercare di trovare una risposta efficace. Non puoi presentarti non accoppiato, sei uno sfigato, tutti lo sono, tutti lo saranno. E tu che farai quando finito il cenone si uscirà con le bottiglie in mano per dare il benvenuto al nuovo anno che piomba a suon di botti, luci e fumo? E' dall'anno scorso che ti eri promesso che questo capodanno lo avresti passato abbracciato alla tua ragazza, amoreggiando sotto i fuochi d'artificio e sorseggiando champagne. Una favola esatto, con tanto di fata dalla bacchetta magica e neve lenta e silenziosa, che copre di bianco l'anno che si è appena concluso, aprendo le porte al nuovo.
Di tutti questi sogni ti accorgi che l'unico elemento reale è la bottiglia di champagne, che poi in realtà è uno spumante comprato in offerta al supermercato, e tutto il resto è pura utopia.
Almeno puoi brindare, dici, credi. I tuoi amici lo stanno già facendo nel modo che ti eri sognato per un anno intero. La loro non è un'utopia. I loro sogni ( o i tuoi) sono reali. Inutile che ti attacchi al cellulare per provare a risollevarti sentendo la voce di un amore non corrisposto che ti dica "buon anno, quanto vorrei che fossi qui con me in questo momento!". Idiota, illuso sognatore che non sei altro, non lo capisci che lei in quel momento sta già con chi vorrebbe stare!?
Proprio come il quiz in tv, non ti resta che la chiamata a casa: "Ciao Mà, ciao Pà... tanti auguri!"
Finisce un anno, ne inizia uno nuovo... la storia è sempre la stessa, solo una pagina più avanti. Le favole sono in un altro libro, non in un'altra pagina!

17 dicembre 2006

Ricomincio da Pisa



Proprio così... ricomincio da dove ci eravamo lasciati... da Pisa!

Come un compasso che chiude il suo cerchio sul foglio, il Camaleone torna a scrivere dopo una lunga pausa, e lo fa dopo esser tornato dall'ennesimo viaggio nella città "pendente".

Non è stata come una gita qualsiasi in un qualsiasi posto. Fin dalla partenza sapevo che stavolta sarebbe stato diverso. La piazza, il prato sotto la torre, il corso principale erano ombre per me. Mi è sembrato di camminare per strade finte come un set cinematografico, popolate da comparse per cui non provavo interesse alcuno. Indifferenza. Surrealismo.

Sapevo però che stavo cercando qualcosa dimenticato lì; un Caronte che mi traghettasse dalla riva dei ricordi a quella della realtà.

Il GdS a Pisa ha lasciato un segno indelebile. Una nebbia che non faceva distinguere realtà da utopie. Ora sono tornato sul luogo del delitto e ho potuto riordinare le idee. Si era creata una discontinuità che andava corretta.

Fatto. Si riparte. Il Camaleone è tornato!